Psicologo per la bulimia, in quali casi è necessario un consulto?

“In quali casi di bulimia è necessario un consulto psicologico?” La risposta veloce è: sempre.
La bulimia è un disturbo alimentare che può produrre conseguenze gravi sulla salute fisica e psicologica del paziente e che in alcuni casi può condurre alla morte, sia per complicazioni di salute sia, purtroppo, per suicidio*.
La bulimia non ha i tassi di mortalità elevatissimi dell’anoressia, ma ciò non significa che sia meno grave.
I comportamenti a rischio che vanno affrontati con uno psicologo per curare la bulimia
La minaccia principale per la salute nella bulimia è costituita dai cosiddetti comportamenti compensatori o riparatori che vengono agiti dopo aver mangiato in modo eccessivo: questo disturbo, infatti, porta la persona a vivere una tensione costante tra i due poli opposti dell’esagerazione o dell’eccesso.
Se da un lato ci sono abbuffate e sregolatezze alimentari, dall’altro ci si sottopone a fortissime restrizioni che appaiono come vere e proprie punizioni autoinflitte per rimediare alla perdita di controllo sperimentata. Oltre al vomito, peraltro non sempre presente, compaiono spesso digiuni prolungati, diete estreme, integratori e farmaci per dimagrire o per evacuare utilizzati in modo del tutto inappropriato, diuretici autosomministrati senza un criterio medico, sessioni di allenamento estenuanti.
Tutti questi comportamenti nel medio lungo termine possono danneggiare seriamente il corpo e portare una persona anche al ricovero ospedaliero.
A volte la compromissione di alcune funzioni vitali non è reversibile: è il caso, ad esempio, della funzione riproduttiva. Inoltre, è sempre più forte nel corso del tempo il deterioramento di una normale vita sociale ed emotiva.
Se le cause della bulimia possono essere diverse e profonde, rinvenibili in traumi passati e nella continua ricerca di controllo, approvazione e perfezionismo, lo stile di vita assolutamente non salutare e bizzarro può incidere ulteriormente sulla psiche peggiorando la situazione.
Quando una persona sperimenta di frequente comportamenti di eccesso alimentare seguiti da “riparazioni” altrettanto estreme, con “cicli” di eccesso e restrizione che si susseguono continuamente, lo psicologo diventa necessario sia per diagnosticare correttamente il disturbo sia per cominciare a mettervi riparo il prima possibile.
Molto spesso si giunge dallo psicologo dopo anni di tentativi di “farcela da soli”.
Ma il farcela da soli in questo genere di disturbi quasi sempre non fa che aggravare il problema: si cerca infatti di rimediare alle perdite di controllo rafforzando il perfezionismo e aumentando il livello prestazionale richiesto a sé stessi. Il risultato più comune è quello di rendere le perdite di controllo più forti ed ingestibili, di abbassare notevolmente la propria autostima e di compromettere seriamente l’amore di sé. Insomma, il classico cane che si morde la coda.
Capire se si tratta di bulimia o di eventi sporadici non è impossibile: è vero che può essere comprensibile fare delle abbuffate in un periodo di stress o di festa così come è normale, in alcune circostanze, sperimentare diete e allenamenti anche estremi. Se però questi comportamenti sono del tutto segreti, ripetuti nel tempo in modo continuo, sono accompagnati da vissuti di colpa, vergogna e inadeguatezza e non sono sporadici ma cronici, si può ipotizzare la presenza di un disturbo alimentare che richiede necessariamente l’attenzione di uno specialista.
Perché il consulto dello psicologo per la bulimia è necessario?
Purtroppo, la bulimia non è un problema passeggero che va via da solo dopo qualche settimana: è la manifestazione comportamentale di problemi psichici profondi. Non è un caso che l’esordio sia in genere in adolescenza o tarda adolescenza, ovvero quando aumenta la pressione psicologica, culturale e sociale a costruire la propria autonomia.
Come già detto, la bulimia è un disturbo che tende a peggiorare nel tempo e che ha un importante potenziale distruttivo per la salute della persona.
Questo potenziale aumenta quando il paziente, in talune circostanze di vita e ambientali, tende a produrre pensieri e comportamenti autolesionisti, a tentare il suicidio* o a cadere nella dipendenza da sostanze psicotrope.
Consultare uno psicologo è il primo passo necessario per riconquistare una vita serena e normale, un atto di vitale importanza per evitare che il disturbo rovini totalmente una giovane vita.
*Nel caso in cui ti trovi in una situazione di emergenza legata a tentativi di suicidio è bene che ti rivolga al 112. Altre risorse utili nel caso in cui tu abbia pensieri suicidi e non voglia o non possa rivolgerti ad uno psicologo sono il Telefono Amico (199 284 284) oppure i Samaritans (800 86 00 22 da telefono fisso o 06 77208977 da cellulare).