Quando a sbagliare sono i grandi: lo psicologo per i genitori

Ci sono miliardi di modi per fare i genitori e nessuno è quello unico e giusto.
Non esiste un manuale di istruzioni per madri e padri e per questo essere genitori non è affatto facile. Avere o poter generare dei figli non garantisce affatto di essere buoni genitori. Il primo passo importante per un genitore è quello di permettersi l’umiltà di imparare ad esserlo realmente.
L’educazione ed il rapporto con i propri figli sono influenzati solitamente dalla personalità e dal carattere dei genitori, dalla propria educazione, dalla cultura di riferimento e, inevitabilmente, dal carattere e dalla personalità del figlio.
In un contesto ideale, l’evoluzione di una persona ed il suo accrescimento non terminano mai ed i genitori dovrebbero letteralmente crescere insieme ai figli anziché limitarsi a crescere i figli, come si dice comunemente, come se la maturità fosse un traguardo definitivo e non un processo che, in realtà, dura tutta la vita.
È proprio così: la maturazione è un processo nel quale siamo costantemente impegnati per tutta la vita e la maturità non è uno status che si raggiunge realmente una volta per tutte: in un dato momento della vita, infatti, possiamo essere maturi sotto alcuni aspetti ma del tutto immaturi o “infantili” – come spesso impropriamente si dice – sotto altri.
Generare, crescere ed educare un figlio sono eventi che rivoluzionano letteralmente la vita di una persona, mettendola di fronte a responsabilità, impegni, aspettative, illusioni e delusioni, rinunce e scelte, in un continuo processo di adattamento e accomodamento reciproco, con il partner e con il figlio stesso.
Quando a sbagliare non sono i figli
La famiglia è un contesto d’amore e, inevitabilmente, di conflitto. Ci possono essere moltissime situazioni in cui l’armonia in famiglia è disturbata ed i figli, specialmente nella minore età, spesso funzionano come campanello d’allarme di qualcosa che non va nel sistema famiglia nel suo complesso. Possono iniziare infatti ad assumere comportamenti strani, bizzarri o preoccupanti e inevitabilmente i genitori tendono a pensare che il problema siano loro.
Attribuire la responsabilità ai figli, considerandoli problematici, è una tendenza molto frequente
In realtà è più probabile che i figli rivelino, con i loro comportamenti “disturbanti”, i problemi della coppia genitoriale.
Il rapporto genitori-figli in passato era molto più rigido e strutturato. Nella maggioranza dei casi la società stabiliva confini precisi ai ruoli e, quindi, ai diritti e doveri di ognuno. Ogni deviazione da questi ruoli era considerata sbagliata e da reprimere.
Oggi per fortuna le cose sono diverse ma spesso, nonostante i genitori siano molto più vicini ai figli attraverso un rapporto più umano e confidenziale, regolare e misurare la reciproca distanza non è affatto semplice.
In questi casi uno psicologo può intervenire per stimolare le riflessioni opportune e aiutare a ripristinare una direzione più funzionale ed armonica nel rapporto tra genitori e figli, permettendo di ristabilire l’armonia familiare.
Quando un genitore può sbagliare?
Ci possono essere molti comportamenti inappropriati che un genitore può attuare e possono variare tra estremi opposti.
Ci sono genitori che non riescono a costruire un rapporto sereno e bilanciato con i propri figli a causa di esperienze e traumi pregressi della propria infanzia o perché semplicemente ripetono comportamenti senza accorgersi che sono sbagliati o inefficaci.
Particolarmente comune è l’esperienza di quei genitori che, memori di esperienze infelici con il proprio padre o la propria madre, proclamano spesso: “farò esattamente il contrario di mio padre/mia madre!” per poi ritrovarsi a commettere gli stessi identici errori di cui sono stati essi stessi vittime in passato.
Ci sono genitori, ad esempio, che sviluppano un attaccamento morboso ai loro figli, a causa magari di disturbi ansiosi o fobie; altri, invece, possono avere difficoltà a dimostrare attenzioni ed affetto nel modo in cui i figli desidererebbero. Alcuni genitori, preoccupati spesso dalla loro stessa incapacità di tenere a freno capricci o pretese infantili, finiscono per diventare troppo severi, mentre altri, confusi riguardo ai ruoli o timorosi di perdere l’amore dei figli, permettono tutto o quasi tutto.
Tutti questi comportamenti possono generare condotte confuse e destabilizzanti nei figli: da ribellioni apparentemente irriducibili ad estrema insicurezza, timore e isolamento.
Si tende subito ad attribuire alla personalità del figlio comportamenti troppo esuberanti e turbolenti o troppo introversi. Ma se a sbagliare fossero i genitori?
Troppo spesso si confonde la capacità di far figli con quella di saperli crescere ed educare. E altrettanto spesso si hanno delle aspettative altissime più su se stessi come genitori che sui figli stessi: la possibilità di fare errori e di sbagliare viene ammessa a parole, ma emotivamente può essere del tutto insostenibile. Non riconoscersi serenamente e realmente la possibilità di sbagliare apre la strada a frustrazioni, rabbia e reale incapacità di imparare a fare il genitore.
Parlarne con uno psicologo, in una o più sedute di confronto, può sicuramente portare giovamento alla relazione genitori – figli e ad aprire nuove vie nella percezione e nella comprensione del proprio comportamento e di quello dei propri figli.