La forza del gruppo: i 5 fattori che fanno la differenza

In 10 secondi: la psicoterapia di gruppo è un trattamento di provata efficacia per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e dell’obesità. Il gruppo presenta infatti caratteristiche specifiche che sono estremamente preziose proprio per questo tipo di pazienti. Per saperne di più, continua a leggere.
La psicoterapia è un processo di cura rivolto alle persone che vivono disagi o sofferenze psicologiche di diverso tipo, intensità e gravità. Nel corso del tempo le forme della psicoterapia sono ampiamente mutate e di sicuro continueranno a farlo. La sperimentazione di varie modalità di cura per differenti tipi di problemi ha consentito di arrivare ad affermare, già da diverso tempo, che il setting di gruppo è un ottimo strumento di supporto e di terapia per le persone che presentano comportamenti disfunzionali nel rapporto col cibo. Ci sono diverse ragioni per cui la psicoterapia di gruppo è particolarmente adatta per questo tipo di pazienti.
Precisamente, si possono individuare almeno 5 fattori tipici della psicoterapia di gruppo che si sono rivelati di grande rilevanza nel processo di cura:
- Speranza: le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare vivono spesso all’interno di un circolo vizioso inarrestabile e disperato. Scoprire che anche altri si trovano in una situazione molto simile e, soprattutto, partecipare delle vicende di chi riesce a far progressi nello spezzare la rigidità del meccanismo, aiuta a ritrovare la speranza di uscirne.
- Comune appartenenza: chi ha problemi col cibo ha problemi con il nutrimento e, non di rado, soffre intensamente nelle relazioni con gli altri. Il gruppo è un passaggio importante nel processo di ristrutturazione delle relazioni e degli scambi interpersonali. Inoltre, il senso di comune appartenenza aiuta notevolmente a diminuire il vissuto di solitudine che spesso angoscia le persone con questo tipo di problematiche.
- Generosità: le difficoltà nelle relazioni sono sostenute anche dalla convinzione di essere incapaci di dare. Nel gruppo, invece, è possibile fare esperienza del contrario: tutti siamo capaci di generosità e di altruismo se siamo interessati autenticamente alla sorte dell’altro, in particolare quando sentiamo la sua storia vicina alla nostra.
- Creatività psicosociale: stando con gli altri si impara (a stare con gli altri) e lo si fa creando, secondo il proprio stile personale, le modalità più comode e soddisfacenti per tornare a vivere una vita di relazione più ricca di possibilità. Il gruppo permette di apprendere tecniche e metodi per la risoluzione dei conflitti e per imparare ad essere socialmente più reattivi. Il gruppo consente anche di scegliere e di selezionare: non possiamo andare d’accordo con tutti, ma possiamo scegliere da chi farci accompagnare. Allo stesso modo, possiamo scegliere che rapporto avere con chi è più distante da noi.
- Risonanza: nulla di ciò che è umano mi è estraneo, affermava il commediografo romano Terenzio. L’esperienza di gruppo permette di fare esperienza di sé attraverso il lavoro dell’altro. Scoprire che nel vissuto degli altri possiamo riconoscere molto del nostro e che pure nella solitudine ineliminabile dell’esistenza, siamo profondamente connessi. Compassione ed empatia si possono apprendere e il gruppo è un’occasione formidabile per accelerare questo apprendimento.
Questi fattori – e, in realtà, molti altri ancora – si sono rivelati molto utili nell’esperienza di cura delle persone con disturbi del comportamento alimentare e obesità. Per questo motivo, l’esperienza di gruppo non manca mai anche nelle strutture riabilitative residenziali o nei dipartimenti ospedalieri di eccellenza dedicati alla cura di questa tipologia di pazienti.
Non sono molti gli psicoterapeuti che offrono questo tipo di esperienza, ma da oggi a Roma c’è almeno un’altra buona occasione da cogliere e una possibilità da concedersi.