Dimagrire insieme: quando la terapia di gruppo aiuta

L’obesità è un problema di salute pubblica in tutto il mondo. Insieme al sovrappeso rappresenta un fattore di rischio per l’insorgere di malattie croniche, che causano il 60% delle morti a livello globale. I sistemi sanitari nazionali, da soli, non possono arginare quella che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha definito come un’epidemia globale.
L’Italian Obesity Barometer Report 2020, curato da IBDO Foundation, ISTAT e CORESEARCH, ci fornisce i dati per capire lo stato di salute degli italiani in materia di obesità. Nel nostro Paese le persone in sovrappeso superano i 23 milioni (46% della popolazione); mentre quelle obese si aggirano sui 5 milioni (10,5%). Tra i minori il sovrappeso è diffuso al 24,2% (1 milione e 700 mila), ma dopo i 18 anni la percentuale sale al 46%. Gli uomini cominciano a soffrire di eccesso ponderale verso i 45 anni; le donne, invece, a partire dai 65 (l’eccesso ponderale è l’accumulo di grasso corporeo). Tuttavia il 61% di entrambi i generi soffre dell’eccesso di peso tra i 65 e i 74 anni. Per avere un’idea dell’evoluzione del fenomeno, prendiamo atto che in Italia negli ultimi 30 anni l’incidenza di obesità e sovrappeso è aumentata del 30%.
I numeri delineano questo contesto. Non è il peggiore d’Europa, ma non va nemmeno ignorato. Vediamo in che modo la psicoterapia di gruppo può aiutare le persone a perdere peso.
La guida di uno psicoterapeuta, l’esperienza di chi ce l’ha fatta: quando dimagrire in gruppo funziona
Qualche anno fa la rivista statunitense Obesity pubblicava una ricerca finanziata dal National Institutes of Health (NIH) e condotta dal Baruch College. Un campione eterogeneo di 141 adulti che soffrivano di obesità, o che erano in sovrappeso, era stato diviso in 3 gruppi. Ogni gruppo fu sottoposto a un percorso di 48 settimane per perdere peso, ma con delle piccole differenze. Il primo gruppo fu seguito da operatori sanitari. Il secondo gruppo venne guidato da un gruppo di pari: persone che avevano affrontato in passato i loro stessi problemi, e che erano riuscite a raggiungere il peso desiderato e a mantenerlo. Infine, il terzo gruppo fu seguito per 12 settimane da personale sanitario, e per le restanti 36 da chi aveva superato con successo il rischio di obesità o sovrappeso.
Sebbene tutti e 3 i gruppi persero peso durante il trattamento, i risultati migliori si riscontrarono tra coloro che facevano parte del gruppo di pari. Le valutazioni condotte dopo 12, 24 e 48 settimane mostrarono come il gruppo di pari mantenne un’alta percentuale di frequenza anche dopo la metà del percorso. In un Paese come gli Stati Uniti, in cui l’obesità è un problema molto più urgente che da noi, riuscire a garantire dei gruppi di sostegno per perdere peso a un prezzo abbordabile è un’azione concreta per cercare di risolvere il problema.
Cause biologiche, sociali e ricadute economiche: chi soffre di obesità affronta una spesa sanitaria maggiore del 25%
Il fenomeno dell’obesità è correlato a ragioni biologiche, epidemiologiche, ma non trascuriamo quelle culturali ed economiche. Infatti, alcuni indicatori come il livello di istruzione, il reddito e la posizione sociale incidono sulla probabilità di diventare obesi. Le ricadute sulla società riguardano l’assistenza medica personale, quella ospedaliera, i servizi sanitari e i farmaci. La singola persona, oltre ad avere una peggiore qualità della vita, farà i conti con ulteriori uscite finanziarie. Infatti, chi soffre di obesità sostiene una spesa sanitaria più alta: circa il 25% in più rispetto a una persona con un peso nella norma.
Retribuzioni più basse, carriere bloccate: ci sono innegabili discriminazioni sul lavoro
A livello lavorativo chi soffre di obesità o è in sovrappeso percepisce una retribuzione più bassa; certi ruoli professionali sono preclusi a priori (come quelli a contatto diretto con i clienti), insomma la persona è vittima di discriminazioni sul lavoro. I problemi di salute di cui soffrono queste persone incidono sulla loro produttività; le aziende lo sanno, sostengono i costi causati dall’assenteismo, ma tutto questo non fa che rendere la loro categoria meno competitiva.
Da nord a sud, dal centro alle periferie: l’Italia perderà peso se saprà aiutare
Le persone che soffrono di obesità ed eccesso di peso si trovano soprattutto nelle isole e al sud. L’incremento di obesità riguarda di più le periferie. A un basso titolo di studio sia dei propri genitori, sia personale, corrispondono i dati più alti correlati all’obesità. Le politiche di prevenzione devono essere in armonia con i programmi di gestione della malattia, che devono contenere le comorbidità (diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, tumori, disabilità).
Affrontare lo stigma sociale e non cadere in depressione: quale aiuto possono offrire uno psicologo e il conforto della terapia di gruppo
Le persone che si impegnano per dimagrire non sempre riescono a mantenere il risultato raggiunto. I fattori che influenzano l’equilibrio metabolico sono molteplici: possiamo distinguerli in genetici; fisiologici (interessano l’intestino, il pancreas, il tessuto adiposo) ed esterni (come l’alimentazione, i farmaci, il comportamento e gli aspetti socioeconomici). Il peso in eccesso influisce svariati campi della vita di una persona, fino a pregiudicarne la salute mentale. La consulenza di un professionista sommata al conforto di una terapia di gruppo aiutano ad affrontare questo stigma, evitare i disturbi dell’umore e a non cadere in depressione.