Curiosità da sapere sulla psicologia

Lo sapevi che la parola psicologia esisteva già nel latino moderno? I nostri antenati usavano la grafia “psychologia”, che a sua volta affondava le proprie radici nel mondo ellenico. Infatti si tratta di un sostantivo composto dalle parole greche ψυχή ‘anima’ e -λογία ‘-logia’. Il vocabolario Treccani la descrive come la “scienza che studia la psiche, che analizza i fenomeni e i processi psichici”. Benché l’etimologia riduca il disorientamento di fronte a un ambito di studi vasto e mutevole, sono molte le scoperte che dobbiamo alle ricerche in questo campo. Per esempio: quante discipline psicologiche esistono?
Una disciplina per ogni ambito di applicazione
Di psicologia non ce n’è una sola. Ogni area teorico-applicativa in cui la si applichi dà il nome a una specifica disciplina psicologica. Dunque, è difficile stimarne un conto esatto. Alcune risulteranno più note perché è probabile che ne abbiamo sentito parlare, per esempio: la psicologia sociale, che studia i processi di interazione e socializzazione; o la psicologia cognitiva, che indaga il modo in cui elaboriamo gli stimoli dall’ambiente intorno a noi. Ciononostante, ci sono delle applicazioni che ai più potrebbero risultare impensabili o per lo meno misteriose:
La neuropsicologia. Si occupa dei pazienti che soffrono di un deficit mentale causato dalle lesioni cerebrali. Riusciamo a individuare l’area danneggiata dopo aver constatato quali compiti o funzioni cognitive la persona non riesce a svolgere.
La psicolinguistica. Indaga l’apprendimento delle lingue; le relazioni che creiamo tra significato e comunicazione; persino la fonte neurologica delle disfunzioni linguistiche.
La psicologia militare. Seleziona e sviluppa la risorsa umana che compone l’unità militare per promuoverne il benessere psicofisico; prevenirne e curarne il disagio psicologico, soprattutto dopo l’esposizione a condizioni stressanti e pericolose (fonte: Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi).
Le buone abitudini sono frutto di costanza
La nostra routine quotidiana racconta chi siamo. Secondo una ricerca apparsa nell’European Journal of Social Psychology, per apprendere un comportamento e renderlo un’abitudine ci vogliono 66 giorni. Il gruppo di ricerca formato da Phillippa Lally, Cornelia H. M. van Jaarsveld, Henry W. W. Potts, Jane Wardle è giunto a questa conclusione dopo aver monitorato un campione di 96 volontari per 12 settimane.
Sarcasmo quanto basta
Saper scherzare anche su aspetti spiacevoli della propria vita, senza ferire gli altri, è una forma di intelligenza. Di fronte a una situazione ordinaria, la nostra mente supera l’aspetto superficiale per rispondere alla normalità con una frase in grado di stupire.
Non è colpa nostra, ma non è nemmeno empatia
Chi si fa venire i sensi di colpa sarebbe più propenso a identificare gli stati d’animo delle persone con cui interagisce. Questa caratteristica non va confusa con l’empatia, che è la capacità di percepire lo stato d’animo dell’altro senza partecipare emotivamente al suo dolore.
Riusciamo a leggere anche le praloe srctite mlae
Per comprendere le parole scritte il nostro cervello non ha bisogno di soffermarsi su ogni lettera. Una volta appresa la parola, gli basterà leggere la prima e l’ultima lettera che la compongono per completarla da solo, anche se è scritta male. Ecco perché nei nostri testi compaiono i refusi, anche dopo molte riletture.
Testa più leggera
Durante il Paleolitico (iniziato 2,5 milioni di anni fa) i gruppi di nomadi primitivi vivevano di caccia e agricoltura. Da allora, il nostro cervello ha ridotto le proprie dimensioni del 10%. Tra di noi le persone più intelligenti sarebbero anche quelle più selettive, con meno amici rispetto alla media.
Occhioni e occhiolini
Quando guardiamo qualcosa che ci piace si vede. Il cervello rilascia la dopamina, che stimola le terminazioni nervose degli occhi e causa la dilatazione delle pupille fino al 45%.
I nostri ultimi ricordi
Il cervello continua a funzionare. La nostra attività cerebrale si protrae fino a 30 secondi dopo che il cuore ha smesso di battere. Una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience ha potuto registrare le onde cerebrali di un paziente di 87 anni ricoverato in ospedale. La persona è deceduta durante un esame per la rilevazione delle onde cerebrali. I dati rilevati hanno mostrato la presenza di onde gamma: quelle che produciamo quando siamo impegnati in attività cognitive come meditare, sognare o ricordare.
Team building grazie ai parenti
Chi ha dei fratelli o delle sorelle avrebbe più facilità ad andare d’accordo con i colleghi.
Singhiozzi di gioia
Se siamo felici per qualcosa, le lacrime usciranno dall’occhio destro; al contrario, se siamo tristi verranno dall’occhio sinistro. In generale, le lacrime che idratano i nostri occhi sono diverse da quelle causate da un evento emotivo. Infatti, queste ultime presentano un’alta concentrazione di proteine, manganese, potassio, prolattina e corticotropina.
Impiattato è buono tutto
Non contano gli ingredienti, le ricette o il servizio messo a tavola. La pietanza preparata da qualcun altro ci sembrerà sempre migliore di quella fatta con le nostre mani.
Stiamo senza pensieri
Quando ascoltiamo le persone che si lamentano, un solo pensiero negativo è in grado di rovinarne cinque positivi.
Salutare e brillante
Le persone che seguono una sana alimentazione hanno il quoziente intellettivo più alto rispetto a chi consuma alimenti che contengono conservanti.
Pensaci bene al male
È meglio pensare a qualcosa di brutto, piuttosto che sforzarsi di capire come finirà una certa situazione. Il livello di stress prodotto dall’incertezza è superiore a quello causato da un evento negativo.