Cos’è la dissonanza cognitiva?

La dissonanza cognitiva è il fastidio che proviamo quando viviamo il conflitto tra ciò che crediamo e ciò che invece è la realtà. Se siamo a disagio tra due posizioni contrastanti, stiamo facendo l’esperienza di una dissonanza cognitiva. Quel senso di incertezza ci porrà davanti a un bivio: cambiare idea e atteggiamento rispetto a qualcosa; oppure trovare delle scuse per mantenere le nostre abitudini. Purtroppo la seconda scelta è quella più probabile, più facile, e legata ai comportamenti malsani.
Ne soffre chi trova sempre delle scuse
Tu fumi? Se non tu, avrai un’amica o un amico che fuma? Il tabagismo si presta bene a spiegare il conflitto che vivono le persone con questa dipendenza. Fumare fa male: vediamo le immagini sui pacchetti delle sigarette, ce lo dicono le statistiche, le consumatrici e i consumatori ormai ne sono consapevoli. Di sicuro, nella vita di ogni fumatrice e fumatore c’è stato un momento in cui davanti all’accendino avrà tentennato: “così metto a rischio la mia salute; però voglio fumare lo stesso”. Di fronte a questa lucida incoerenza si genera il disagio: “voglio continuare a seguire un comportamento sbagliato, malgrado sappia che mi fa male”. La persona si trova in uno stato sospeso, indecisa tra due scelte: 1) accettare che il fumo sia davvero nocivo come dicono, quindi smettere di fumare; 2) preferisce smettere di ascoltare ogni informazione allarmante, convincendosi che le abitudini dannose siano così tante che una sigaretta non farà la differenza. La spia è la difficoltà nel decidere.
Prima o poi tutte e tutti facciamo i conti con la dissonanza cognitiva.
Ogni giorno valutiamo una scelta tra due o più alternative; soppesiamo i vantaggi e gli svantaggi dell’una e dell’altra; andiamo alla ricerca del dato che dimostrerà la bontà della decisione finale. Purtroppo è meno facile di quanto sembri. Noi crediamo di essere delle persone giudiziose, logiche e coerenti, ma le nostre percezioni hanno un peso dirimente nelle scelte finali che compiamo. Se il processo decisionale ci sfinisce, se ci sentiamo combattute o combattuti da una scelta, allora siamo a contatto con l’impaccio che la dissonanza porta con sé. Quali segnali fanno presagire che decidere sarà difficile?
- L’imbarazzo. Vogliamo fare qualcosa, che poi dovremo giustificare, quindi ancor prima di compierla pensiamo a quale giustificazioni addurre.
- Il rimorso. Ci sentiamo in colpa per qualcosa che abbiamo fatto in passato, ma che vorremmo ripetere.
- La FOMO. Abbiamo paura di perderci qualcosa di sensazionale, anche se non ci interessa, per il solo fatto che la nostra cerchia di conoscenze ne parla in quel momento.
- Il conformismo. Scegliamo di comportarci in un certo modo perché è conveniente. Una scelta diversa creerebbe la disapprovazione di chi ci è vicino, persone che non vorremmo deludere o che abbiamo bisogno di tenere a bada, per esempio un datore di lavoro.
- Le informazioni. Scopriamo che un’azione che ci sembrava innocua al contrario è nociva. La nostra convinzione non sarà più fulgida nel buio dell’incertezza, dovremo cambiare abitudine. Oppure, potremmo cercare nuove informazioni pretestuose, per screditare quella che ci aveva insinuato il dubbio e continuare a rimanere della nostra opinione.
Le credenze del gruppo sociale influenzano la percezione di sé
Il sentimento conflittuale generato dalla dissonanza sarà tanto più frequente e tenace quanto più la persona sarà influenzata da altre credenze. Se la divergenza tra le proprie convinzioni e i comportamenti da seguire coinvolge i valori personali, la persona sarà a disagio. Comportarsi in ossequio alle credenze di un gruppo sociale, sebbene distanti dai propri valori, scalfirà la considerazione che la persona ha di sé. L’impaccio causato dalla dissonanza cognitiva lascerà il posto alla vergogna, ai sensi di colpa, allo stress, all’ansia e alla tristezza. Insomma, violare i propri confini pregiudicherà la propria autostima.
Compiacere per evitare il conflitto
Non tutte le persone usano il disagio per uscire dalla propria zona di comfort e agire come vogliono. Nella maggior parte dei casi la persona preferisce adeguarsi alle credenze della propria cerchia per evitare il conflitto. Dunque, assistiamo ai casi in cui la persona si vergogna delle proprie convinzioni e le tiene per sé; oppure crederà di essere sbagliata e cercherà solo le informazioni che confermino le convinzioni predominanti. In questo modo escluderà ogni possibilità di conflitto, sebbene questo comporti precludersi la libertà di poter vivere a pieno la propria vita.
Affrontare il conflitto per trovare l’armonia
Per superare una dissonanza cognitiva è necessario agire sulla cognizione conflittuale. La persona sceglie di intraprendere un percorso faticoso lungo il quale si concederà di mettere in discussione le proprie convinzioni, anche quelle più radicate come le inclinazioni religiose o politiche. Un percorso di psicoterapia rappresenta un momento protetto in cui la persona ha la possibilità di conoscersi, capire quali credenze influiscano sulle proprie decisioni, riallineare le azioni alle convinzioni. Essere più consapevoli significa imparare a scegliere in modo più veloce e accurato.