Cos’è la dispercezione corporea e come capire se ne soffri

Nei più noti disturbi alimentari, come il binge eating, l’anoressia/bulimia, la bigoressia e la fame nervosa, un importante campanello di allarme è costituito da una percezione del proprio corpo significativamente diversa rispetto alla realtà. Una delle più comuni problematiche che accompagna i disturbi alimentari è la dispercezione corporea o dismorfofobia o disturbo dell’immagine corporea.
Se è vero che ci sono persone consapevoli di soffrire di un disturbo alimentare e che giungono a concepirlo come parte integrante della propria personalità e identità (basti pensare ai tanti gruppi “Pro-Anoressia” presenti sui social) ci sono anche persone che pur non sapendo di avere un disturbo alimentare soffrono psicologicamente in modo importante a causa della dispercezione corporea.
Diagnosticare la dispercezione corporea è di importanza fondamentale: non solo perché spesso si tratta dell’anticamera di un disturbo del comportamento alimentare, ma anche perché i disagi connessi alla percezione della propria immagine causano una sofferenza psicologica profonda e spesso continuano a sussistere anche dopo il trattamento delle problematiche legate all’alimentazione. Per questo tipo di diagnosi è bene rivolgersi ad uno psicologo alimentare.
Così può capitare che una persona con disturbi alimentari comprenda, grazie ad un percorso terapeutico e, a volte, anche dopo aver percepito il rischio serio per la propria salute, che deve alimentarsi correttamente, ma, nonostante questo ri-orientamento nel comportamento, ogni volta che si guarda allo specchio continui a vedere un’immagine “sbagliata” sia rispetto a ciò che vorrebbe sia rispetto alla realtà.
Anoressia e Bigoressia: i segnali nella dispercezione corporea
L’Anoressia e il suo corrispondente ma opposto maschile, la bigoressia o vigoressia, possono essere identificate, in una prima fase, soprattutto attraverso i feedback ottenuti da parte degli altri.
L’anoressico riceve costantemente commenti tipo “mangi pochissimo” o “ti trovo molto dimagrito”, ma, guardandosi allo specchio, osserva una persona dall’aspetto sgradevole e grasso e nel suo piatto vedrà sempre una quantità di cibo eccessiva e non necessaria.
Questo è un caso esemplare di come funziona la dispercezione corporea: la persona, nonostante riceva feedback continui dall’esterno sul suo reale stato fisico, continua a vedersi grassa e troverà mille “ragioni” per cui gli altri le rimandano costantemente un’immagine opposta rispetto a quella che percepisce.
L’immagine di sé è totalmente distorta e il paziente è certo di essere in sovrappeso.
Quello che in realtà si può notare, durante un percorso terapeutico che porti al superamento di questa problematica, è che la persona tende molto spesso a focalizzare la propria attenzione su una o più parti corporee – vede il proprio corpo come una somma di parti più che come un intero – e su queste parti esercita una critica spietata, del tutto indifferente a ciò che viene rimandato dagli altri.
Ai primi sospetti legati ad una percezione distorta di se stessi e ad un comportamento alimentare inappropriato, in genere segue una semplice visita dal medico di base, da un nutrizionista o anche l’avvio di un percorso con un personal trainer in palestra. Un controllo del peso e delle percentuali di massa grassa e magra spesso segnala uno stato di salute già compromesso da una dismorfofobia che ormai è sfociata nel disturbo alimentare vero e proprio.
Nel caso della bigoressia il feedback con l’esterno è più difficile da comprendere: spesso chi pratica body-building è ossessionato dai fisici di alcuni professionisti e, ponendosi modelli e standard molto elevati, anche quando sviluppa un fisico più muscoloso è incapace di provare soddisfazione.
Certo, per diagnosticare la vigoressia non è sufficiente desiderare di assomigliare a Schwarzenegger da giovane. Eppure, il vigoressico, pur ricevendo apprezzamenti sul fisico, continua interiormente a nutrire una profonda e dolorosa insoddisfazione.
Guardandosi allo specchio vede un fisico che giudica brutto, con troppo grasso a coprire i muscoli, a loro volta poco definiti e sviluppati.
In questo caso analizzare i propri comportamenti è importante: sei ossessionato dalla dieta e e dalla palestra?
Il cibo e l’esercizio fisico occupano così tanto i tuoi pensieri da arrivare a trascurare studio, lavoro, famiglia e relazioni? Tendi ad evitare i contatti sociali e a “nasconderti” nei vestiti? Sei pronto o pronta ad assumere sostanze di dubbia provenienza e dai rischiosi effetti collaterali, come gli steroidi anabolizzanti, pur di avere una spinta in più?
Se la risposta a queste domande è positiva e se soprattutto ti rendi conto che l’ossessione per il corpo sta invadendo tutto il resto della tua vita, sei vittima di una dispercezione corporea che altera il tuo rapporto con la realtà. Il tuo corpo non è brutto, né troppo grasso o troppo magro: hai già raggiunto risultati ragguardevoli, ma è il disturbo dell’immagine che ogni volta che ti guardi allo specchio ti dice che ancora non hai fatto abbastanza.
È il momento di rivolgersi a uno specialista per iniziare ad affrontare il problema.
La terapia per la dispercezione corporea prevede un percorso terapeutico guidato che tratta il disturbo in tutte le sue componenti: quella percettiva, quella cognitiva ma anche quella legata alla sfera emotiva, dove spesso risiedono le cause profonde del problema.