Cos’è il disturbo affettivo stagionale?

Il disturbo affettivo stagionale (SAD, Seasonal Affective Disorder) è un tipo di depressione causata dai cambi di stagione. Chi ne soffre deve farci i conti ogni anno, sempre negli stessi periodi. I sintomi attraverso cui si manifesta sono molteplici: disturbi del sonno, affaticamento, perdita di interesse, inappetenza o attacchi di fame, depressione, pensieri negativi o persino suicidi.
Malgrado la diffusa convinzione che il disturbo stagionale sopraggiunga solo con l’arrivo dell’inverno, ne esiste ed è diffusa anche una variante estiva, che inizia in tarda primavera e si protrae fino ai primi segnali d’autunno.
Vediamo più da vicino a quali cambiamenti comportamentali fare attenzione per capire se una persona soffre di SAD.
La SAD colpisce con più facilità le persone che soffrono di disturbi alimentari
L’estate è il periodo in cui il disturbo affettivo stagionale colpisce con più facilità. Le persone che soffrono di disturbi alimentari sono quelle più esposte a soffrirne. Infatti, pensiamo a cosa significhi da un punto di vista sociale l’arrivo dell’estate: le temperature si alzano, l’abbigliamento permette di scoprire e di mostrare il proprio corpo, si accende il dibattito su come mettersi in forma, farsi trovare pronti per la prova costume; per non parlare della grande condivisione sui social dei corpi in costume, abbronzati, tonici se non addirittura filiformi. Entro certi limiti non c’è niente di male in questo, il punto è che la cultura di appartenenza aggiunge pressione sociale a chi fa fatica ad accettare il proprio corpo e magari combatte contro un disturbo alimentare.
Aperitivi e mancanza di strutture per il tempo libero: l’estate non aiuta chi soffre di un disturbo evitante
Per chi già di suo ha una vita sedentaria, la chiusura delle palestre per il periodo delle vacanze estive non aiuta. È pur vero che abbiamo la possibilità di uscire all’aperto per una passeggiata o un giro in bicicletta. Tuttavia, rimanere chiusi in casa durante le ore più calde aumenta le occasioni in cui cadere in tentazione di alimenti prelibati, ma poco salutari. Inoltre, la bella stagione sarà foriera di occasioni per frequentare le persone, ma il mangiare in pubblico aggiunge ansia a chi soffre di un disturbo alimentare.
Queste persone eviteranno in modo sistematico gli incontri mondani, ma rimanendo da sole in casa non faranno che alimentare la propria solitudine e depressione.
Ritmi circadiani, fattori ambientali e socioculturali: cosa sono e perché riguardano la SAD
Le variazioni nei processi psicologici e fisiologici che ciascuno di noi vive nell’arco della giornata ricadono sotto il nome di ritmi circadiani. La periodicità dei ritmi circadiani rimane nelle 24 ore grazie ai fattori ambientali come il buio e la luce, che svolgono il ruolo di sincronizzatori. Tuttavia se priviamo la persona di riferimenti ambientali il suo orologio biologico interno sarà più lento.
Facciamo un esempio. Il ritmo circadiano sonno-veglia è correlato all’andamento della nostra temperatura corporea: ci addormentiamo quando raggiungiamo la temperatura più bassa; ci svegliamo quando la temperatura si rialza. Tuttavia, un’assenza di fattori ambientali superiore alle due settimane manderà in confusione i nostri marcatempo biologici. Il ciclo del sonno e quello della temperatura corporea non saranno più sincronizzati: uno dei risvolti potrebbe essere avere una temperatura corporea costante, a fronte di cicli di sonno variabile alternati a veglie molto lunghe. Quindi, con l’arrivo dell’estate o dell’inverno il nostro corpo farà i conti con due fattori capaci di influenzare il nostro ritmo circadiano: la temperatura ambientale e l’esposizione alla luce.
Anche i fattori socioculturali svolgono il ruolo di sincronizzatori. Definiamo veloci le culture in cui troviamo: benessere economico, clima freddo, individualismo. Nelle culture veloci il tempo è denaro: i vincoli temporali sono forti e servono a cadenzare gli obiettivi. Dall’altro lato, le culture lente sono caratterizzate da povertà, clima caldo e spirito comunitario. Qui il tempo non è frammentato, gli obiettivi sono a breve termine, la programmazione anticipata non esiste.
Le incomprensioni si generano non solo tra diverse culture, ma anche all’interno di ognuna di esse perché ogni persona porta con sé un proprio ritmo circadiano: sonno-veglia, modalità nel consumo dei pasti, attività sessuale, e così via. Il nostro benessere dipende dall’armonia tra il ritmo personale e quello sociale. I cambi di ritmo scatenati dalla società contemporanea ci mandano fuori tempo: pensiamo a quanto il fuso orario o i turni di lavoro incidano sui disturbi del sonno, il senso di affaticamento e il malessere generale.
Cosa possiamo fare per riconoscere la SAD e agire
Se soffri di un disturbo affettivo stagionale (SAD), o conosci qualcuno che ne soffre, il primo consiglio è quello di tutelare il tuo percorso di guarigione. Se pensi che alcune situazioni possano farti sentire a disagio, in difetto o bersaglio di giudizi indelicati, non andarci, tutelati. Se stai già seguendo un piano nutrizionale, assicurati di rispettarlo; e se non vuoi rinunciare agli eventi mondani, informati se puoi portare il tuo cibo con te o se dove andrai potrai mangiare alimenti adatti a te. Cerca delle attività che ti aiutino a stare in pace con te stesso, o te stessa, ma se sentissi il bisogno di un aiuto, rivolgiti a uno specialista. Iniziare un trattamento con uno psicoterapeuta ti aiuterà ad affrontare i tuoi disturbi alimentari, a riconoscere l’arrivo di un disturbo stagionale e a stabilire un percorso di guarigione che ti permetta di vivere appieno la tua vita.