Controllare il disturbo del panico: alcuni metodi efficaci

Palpitazioni, tremori, sudorazione. I sintomi di un attacco di panico sono molteplici. A chiunque può capitare di farne esperienza almeno una volta nella vita. Se gli attacchi di panico si manifestano con regolarità, portando con sé la preoccupazione di viverne altri da un momento all’altro, allora siamo davanti al disturbo del panico. Proviamo a delineare quali sono le differenze tra attacchi di panico e disturbi del panico, e come intervenire quando si presentano.
Quali sono i sintomi di un attacco di panico
Benché non sia facile stabilire un rapporto di causa-effetto, l’attacco di panico si manifesta con più facilità dopo un eccessivo consumo di caffeina, di alcol, o quando ci si sente affaticati o stressati. L’attacco si presenta come una crescita improvvisa di paura o malessere, durante la quale i suoi sintomi possono raggiungere il picco in pochi minuti. I sintomi non si presentano singolarmente, ma interagiscono tra di loro secondo un numero variabile. Vediamo quali sono:
• palpitazioni, battito accelerato;
• sudorazione;
• tremori;
• respiro affannato, sentirsi soffocare;
• nausea, dolore addominale;
• capogiri, vertigini;
• derealizzazione e depersonalizzazione (la prima consiste nella perdita di senso della realtà; la seconda, invece, nell’estraneità verso il proprio corpo e il mondo circostante);
• paura di perdere il controllo;
• parestesia (è un’alterazione della sensibilità: si manifesta sotto forma di formicolio, intorpidimento o prurito);
• brividi o vampate di calore.
Cambiare stile di vita per ridurre i sintomi degli attacchi di panico
Affrontiamo questi problemi attraverso degli accorgimenti che riguardano la nostra vita quotidiana. Se una persona assume alcol fino a star male, e i suoi attacchi di panico seguono tanto i periodi di abuso, quanto quelli di astinenza, bisognerà ridurre l’apporto di alcol. Lo stesso vale per la caffeina. Adottare degli accorgimenti nel proprio stile di vita ha un ruolo cruciale nel trattamento dei sintomi. Sono la presa di coscienza e l’impegno a guidare la persona fuori da questa zona di disagio.
Quali sono i sintomi di un disturbo del panico
Parliamo di disturbo del panico quando gli attacchi di panico sono ricorrenti, improvvisi, e seguiti da almeno uno di questi fattori:
• temere di vivere ulteriori attacchi di panico;
• preoccuparsi delle conseguenze che un ulteriore attacco di panico potrebbe avere, come un attacco di cuore;
• assumere un comportamento condizionato dagli attacchi di panico.
Il disturbo del panico può manifestarsi in modo spontaneo, o essere innescato da variabili esterne. Per molte persone si tratta di una peculiarità genetica, che le rende vulnerabili a questo tipo di disturbo. In altri casi, invece, anche quando gli episodi del disturbo sembrano scatenarsi dal nulla, potremmo collegarli alla stanchezza, allo stress causato dal lavoro o dalla famiglia.
Facciamo attenzione anche al contesto in cui si trova la persona. Le circostanze ambientali contribuiscono al manifestarsi di un attacco di panico, se c’è la paura latente di non esser in grado di scappare da quel contesto. Pensiamo a una persona che si trova in ascensore, su un autobus affollato, in metropolitana o su un ponte. La paura dettata da quella situazione, sommata alle sue vulnerabilità preesistenti, sfoceranno probabilmente in un attacco di panico.
Durante episodi di questo tipo il respiro si farà affannato (è la così detta fame d’aria), si crederà di avere un attacco di cuore, ma in realtà stiamo facendo esperienza di alcuni sintomi di un attacco di panico.
Come affrontare un disturbo del panico
Le ricadute maggiori di un disturbo del panico si hanno sulla risposta emotiva e comportamentale della persona. In questo scenario molti pazienti hanno tratto giovamento da una terapia cognitivo-comportamentale. Questo percorso permette di accompagnare la persona nell’indagare le cause del suo disturbo; riconoscerne le conseguenze sulla propria vita e imparare a gestirlo. Proviamo a fare un esempio: se una persona soffre di iperpnea (l’aumento di aria incamerata dai polmoni, a seguito di respiri frequenti e profondi), il primo passo sarà insegnarle delle tecniche di rilassamento per gestire il proprio respiro; poi la incoraggeremo a controllare la propria frequenza cardiaca con un orologio, piuttosto che respirare dentro a un sacchetto di carta che potrebbe metterla al centro dell’attenzione.
I sintomi potrebbero essere spia di qualcos’altro. Facciamo attenzione
Alcuni sintomi potrebbero nascondere delle patologie più gravi. Di fronte a una persistente sensazione di soffocamento, o di difficoltà respiratoria, prendiamo in considerazione l’insorgere di un problema di salute mentale. Palpitazioni, tachicardia o dolore toracico richiedono l’accertamento con un elettrocardiogramma. Intorpidimento e formicolio possono segnalare un attacco ischemico transitorio. Tuttavia sintomi bilaterali e l’assenza di un deficit neurologico focale (come il problema motorio di una parte del corpo) farebbero propendere per una causa psicologica.
L’aiuto di uno psicologo aiuterà a prendere consapevolezza di sé e a tutelare il proprio benessere psicofisico
Se i sintomi si presentano per brevi periodi, senza conseguenze sulla consapevolezza, siamo di fronte a un attacco di panico o a un disturbo del panico. I disturbi di questo tipo possono presentarsi sia da soli, sia con altre patologie, come l’agorafobia o la depressione. La consulenza di uno psicologo è di grande aiuto per iniziare un percorso che porti la persona alla consapevolezza di sé, a riconoscere le cause del proprio malessere e ad attuare dei comportamenti che tutelino la propria salute fisica e mentale.