Come parlare di cancro a chi lo sta combattendo

Parlare di cancro a chi lo sta combattendo. Alcuni consigli dallo psicologo.
Prevenzione, diagnosi, terapia, guarigione. Quante volte sentiamo queste parole? Eppure quando arriva il momento della diagnosi nessuno è mai pronto. Il paziente riceve una notizia che sconquassa l’orizzonte degli eventi che aveva davanti a sé. Cosa fare? Quando? Cosa succederà dopo? Si perdono le certezze, si naviga a vista e non si trovano le parole per dirlo. Quando una persona che conosciamo si ammala di cancro non sappiamo cosa dire. Vediamo quali parole e quali comportamenti possiamo adottare per confortare chi affronta un tumore.
Chiamare la malattia con il suo nome: cancro
La malattia fa paura, non tutti sono pronti a considerare l’eventualità di stare male. Da una parte c’è il rifiuto di chi non vuole sentirne parlare; dall’altra, ci sono le persone che credono nella prevenzione. Infatti, sottoporsi agli esami di controllo o aderire a uno screening permette di individuare i precursori del tumore, o individuarlo nelle sue fasi iniziali. Conoscere cosa abbiamo davanti ci aiuta ad averne meno paura. Una guida semplice, ma rigorosa, sulle varie tipologie di tumore è stata redatta dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Ogni scheda chiarisce la definizione del tumore esaminato, ne illustra i sintomi, la diffusione, i fattori di rischio, nonché le strategie terapeutiche più efficaci per curarlo.
Instaurare una relazione di fiducia con il paziente
Benché la ricerca scientifica abbia reso il cancro una malattia curabile nella maggior parte dei casi, si tratta pur sempre di una minaccia per la vita delle persone. Il paziente a cui viene diagnosticato un tumore dovrà prendere delle decisioni importanti, in fretta, nonostante l’ansia e la paura. Per questo motivo una buona comunicazione tra paziente, caregiver e personale medico agevolerà la scelte da compiere e gioverà al benessere del malato. Infatti, una persona ben informata sul percorso da intraprendere sarà più soddisfatta delle cure, si sentirà partecipe e sarà più incline a sostenere eventuali test clinici.
Dare le informazioni richieste in modo chiaro
Non tutti i pazienti vogliono essere coinvolti allo stesso modo. A volte dipende dalle persone, altre dallo stadio in cui si trova la malattia. Ci sono famiglie che vogliono essere interpellate ad ogni fase del processo decisionale, altre delegano tutto al personale medico. La comunicazione dovrà essere oculata nei momenti cruciali della vita del paziente: diagnosi, trattamento, esiti del trattamento, cambio degli obiettivi e disposizioni del paziente (cioè le sue volontà nel caso l’avanzare della malattia lo rendesse incapace di decidere).
Ascoltare: invitare la persona a raccontarsi
Benché ogni situazione sia unica nel suo genere, essere un bravo ascoltatore, o ascoltatrice, è il presupposto per dare un aiuto tangibile. Questo significa innanzitutto essere sinceri, con sé stessi e con il malato. Vediamo due situazioni che potremmo vivere in prima persona:
• Abbiamo avuto qualche timore prima di andare a trovare la persona malata? Diciamoglielo. Confidare le proprie ansie e timori toglierà il malato da una condizione di isolamento. Lasciamo poi che sia l’altro a confidarsi, sinceriamoci che non si vergogni nell’esternare le sue paure, i suoi momenti di sconforto. Se riusciremo a far parlare l’altro allevieremo il suo dolore. Sembra paradossale, eppure se parliamo di ciò che ci spaventa riusciremo ad allentare la pressione; se invece evitiamo un argomento doloroso lo renderemo ancora più spaventoso.
• Non sappiamo cosa dire? Facciamo silenzio. Quel vuoto tra noi e l’altro non va riempito a tutti i costi, anzi esprimerà una vicinanza emotiva superiore a qualsiasi frase di circostanza.
Essere dei buoni ascoltatori significa anche astenersi dai giudizi o dai pareri non richiesti. Il nostro ascolto sarà attivo se riusciremo a non sopraffare l’altro, a non farlo sentire dipendente.
10 regole da seguire per essere un buon ascoltatore
Qualche anno fa la ONLUS AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro) ha stilato un decalogo per approcciare a una conversazione delicata di questo tipo. Vediamole in sintesi:
• Creare l’atmosfera. Stabiliamo un contatto visivo con l’altro. Se possibile mettiamoci alla stessa altezza, né troppo vicini né troppo lontani.
• Capire se il malato ha voglia di parlare. Lasciamo che sia l’altro a stabilire temi, tempi e modi della conversazione. Piuttosto che avviare noi una chiacchierata, chiediamogli se ha voglia di parlare. Se non se la sente, assecondiamo il suo bisogno di silenzio.
• Ascoltare il malato mostrando di ascoltare. Concentriamoci su ciò che l’altro ha da dirci, piuttosto che su ciò che vorremmo dire. Lasciamo che abbia finito di parlare prima di dire la nostra.
• Incoraggiare il malato ad aprirsi. Agevoliamo il flusso della comunicazione dando dei feedback: annuiamo o incoraggiamo a proseguire nel discorso.
• Prestare attenzione al silenzio e alla comunicazione non verbale. Rispettiamo le pause e i silenzi dell’altro.
• Non avere timore di esprimere i propri sentimenti. Esterniamo pure il nostro imbarazzo e la nostra difficoltà nel trovarci in quella situazione. In questo modo creeremo un’atmosfera autentica.
• Accertarsi di non aver frainteso. Chiediamo in modo esplicito dei chiarimenti su ciò che non abbiamo capito.
• Non cambiare argomento. Se non riusciamo a sostenere il dolore che emerge dalla conversazione, chiediamo di parlarne in un secondo momento. È meglio esternare una nostra difficoltà, invece di cambiare discorso senza darne una motivazione.
• Non cominciate mai col dare consigli. Non siamo noi a vivere quella situazione, perciò evitiamo di dire all’altro cosa dovrebbe o non dovrebbe fare. Se non possiamo farne a meno, cerchiamo delle formule diplomatiche che suonino come se fossero le esperienze di qualcun altro.
• Essere pronti alla battuta. Esorcizzare un momento doloroso con una battuta permette di sfogare i sentimenti negativi che ci portiamo dentro.
Una persona malata di cancro ha bisogno di un rapporto di fiducia con le persone che se ne prenderanno cura. Non è affatto facile creare un’atmosfera distesa in una situazione così difficile. Se una persona a te cara sta affrontando un tumore e il solo pensiero ti paralizza, prova a rivolgerti a uno psicoterapeuta. La consulenza di uno specialista ti sarà preziosa per esternare le tue emozioni e sostenere nei momenti cruciali quelle dell’altro.