Come lo psicologo può aiutarti a controllare la rabbia

Per noi è naturale infuriarsi. Chi per un tradimento, chi per una cattiveria, un’ingiustizia o per gelosia. In occidente il sistema culturale delle credenze dà un forte valore ai concetti di causa e responsabilità. Noi cresciamo, interiorizziamo la cultura di appartenenza e poi ci arrabbiamo per eventi che percepiamo come negativi, cioè come causa intenzionale del comportamento di qualcun altro. Abbiamo molte parole per definire la rabbia: furore, ira, sdegno, stizza, bile, arrabbiatura, corruccio, scatto, indignazione, esasperazione, bizza.
Questo repertorio lessicale non è affatto universale. Infatti, il lessico emotivo varia fra le culture sia in termini quantitativi sia qualitativi. Quelle che danno maggior peso al destino vivono un evento negativo con rassegnazione piuttosto che con collera. Tuttavia, il fatto che un’emozione non sia lessicalizzata non significa che non sia esperita e che non abbia conseguenze. A causa della rabbia arrossiamo, tremiamo, e se non impariamo a gestirla compromettiamo la nostra salute fisica e mentale. Per questo motivo è bene imparare a controllare la rabbia.
La rabbia incontrollata condiziona i pensieri e le relazioni
Un’eccessiva tristezza assume la forma disfunzionale della depressione; allo stesso modo troppa preoccupazione porterà a soffrire di ansia. Sebbene la rabbia non assuma una forma disfunzionale specifica, pregiudica le relazioni e il benessere della persona. Se la nostra collera è incontrollata noteremo almeno uno di questi segnali:
• le persone si sono allontanate da noi;
• non andiamo d’accordo con nessuno;
• qualsiasi imprevisto ci innervosisce;
• proviamo rancore e risentimento.
La salute psichica influisce su aterosclerosi e trombosi
Esistono dei legami causali tra le malattie cardiovascolari e la salute psicologica. L’eventualità di eventi cardiaci ricorrenti, nonché l’insorgere di patologie, sono più probabili nelle persone che affrontano nella loro routine emozioni come la rabbia, la depressione, gli stati psicologici negativi. Per non parlare dello stress prolungato causato da fattori esterni (per esempio le difficoltà economiche, un lavoro precario, poche relazioni sociali); oppure da un evento traumatico, come un abuso o una perdita. Invece, chi affronta la vita in modo positivo e con meno pressione sociale ha meno probabilità di incorrere in eventi cardiovascolari.
Infatti gli stati psicologici negativi alterano il funzionamento del sistema nervoso e immunitario, ed espongono le persone a un maggior rischio di soffrire di arterosclerosi (cioè la perdita di elasticità delle pareti arteriose che può portare all’infarto o all’ictus); o di trombosi (nelle arterie o nelle vene si formano dei di coaguli di sangue, che ostruiscono il sistema circolatorio e portano alla morte dell’organo che i vasi dovrebbero irrorare).
Come faccio a controllare la rabbia?
A prescindere dal fatto che nasca da motivi personali o da fattori esterni, non lasciamo che un’emozione dirompente prenda il sopravvento. Non potremo scegliere quando e come accadrà un evento scatenante, ma possiamo adottare dei comportamenti per non farci trovare impreparate o impreparati. Proviamo queste tecniche e vediamo quale funziona meglio su di noi:
• Riconosciamo.
Cosa ci fa arrabbiare? Identifichiamo i comportamenti o gli eventi che ci disturbano, annotiamoli e cerchiamo di evitarli.
• Soprassediamo.
Se l’evento scatenante è già successo, non possiamo farci niente. C’è stato un imprevisto? Risolviamolo e non pensiamoci più, piuttosto focalizziamoci almeno su un aspetto positivo che quella situazione ci ha spinto a conoscere.
• Cambiamo.
Siamo ragionevoli, non lasciamo che un singolo evento rovini tutto e per sempre, anzi smettiamo di usare le espressioni come “tutto”, “mai più” e “per sempre”.
• Agiamo.
Diamo concretezza ai nostri desideri, non aspettiamo che altri li soddisfino per noi. Se non ci riusciamo, accettiamo la delusione.
• Rilassiamoci.
Più facile a dirsi che a farsi, ma ci sono tre metodi da seguire: 1) facciamo dei respiri profondi fino a gonfiare la pancia ed espiriamo lentamente; 2) rievochiamo un ricordo positivo e gustiamone il piacere; 3) scegliamo un muscolo, contraiamolo per qualche secondo e poi rilasciamo la tensione: questa tecnica si chiama rilassamento muscolare progressivo e aiuta a ridurre lo stress.
• Comunichiamo.
Ascoltiamo i nostri interlocutori, riflettiamo su cosa vogliamo rispondere e poi esterniamolo senza essere scortesi.
• Muoviamoci.
L’attività fisica ci aiuta a eliminare la tensione che accumuliamo durante il giorno.
La psicoterapia indaga le cause del disagio emotivo
Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale le persone identificano i pensieri inutili e negativi, cambiano le proprie credenze e imparano a praticare dei comportamenti utili a fronteggiare le emozioni dirompenti. Questo tipo di approccio trova applicazione sia nelle famiglie, per risolvere i conflitti; sia nelle sessioni individuali, per indagare le cause del disagio emotivo. Infatti, spesso le reazioni rabbiose messe in atto nel presente affondano le radici nel vissuto della persona. Quindi, una reazione verbale sconsiderata potrebbe essere scatenata da un disturbo da stress post-traumatico originato da un evento (un lutto, la fine di una relazione, un incidente); dalla depressione; dall’abuso di alcol o di stupefacenti.
Farsi prendere dalla rabbia porta a rovinare le relazioni con chi ci vive accanto: rapporti d’amicizia, d’amore, di lavoro. A ciò si aggiungano le conseguenze sulla propria salute: malattie coronariche, cardiache, insonnia, problemi digestivi ed emicrania. Dunque, la rabbia rappresenta una minaccia non solo per il benessere psicosociale, ma anche per quello psicofisico. Intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta ci aiuterà a riconoscere i fattori scatenanti, disinnescarli e a vivere con serenità i conflitti di ogni giorno.