Cheese, il fumetto che racconta anoressia e dispercezione coroporea

Prendere la vita a morsi. E vomitarla. Ci riesce benissimo Cheese (‘formaggio’) il fumetto d’esordio di Giulia Spagnuolo, in arte Zuzu, uscito nel 2019. Nelle 272 pagine in bianco e nero i protagonisti Zuzu, Dario e Riccardo vivono la noia e l’inquietudine di chi affronta l’età adulta con gli strumenti dell’adolescenza. L’anoressia e la dispercezione corporea accompagnano il trio inseparabile in un viaggio – reale, ma soprattutto interiore – verso una maggiore consapevolezza di sé. La loro storia pizzica le corde di quel caotico periodo di transizione – per alcuni l’adolescenza, per altri l’età adulta – in cui ciascuno sente di dover dare una nuova direzione alla propria vita. Sullo sfondo delle loro inquietudini sembra di ravvisare un misto di ansia e angoscia di fronte a una domanda non detta eppure pressante: quale direzione vogliamo dare alla nostra vita? Vediamo quali sono gli effetti della pressione sociale sulla nostra personalità.
Adolescenza ma non solo: i disturbi alimentari insorgono a qualunque età
I problemi legati al cibo e alla percezione corporea colpiscono più facilmente gli adolescenti. Benché gli adulti abbiano una personalità più strutturata, nulla esclude che anche loro possano soffrirne. Dunque, a prescindere dall’età e dal genere della persona, il disturbo alimentare è la spia di un malessere scaturito da uno o più fattori, per esempio:
• la tensione nei rapporti familiari
• l’esperienza di un evento traumatico
• subire degli episodi di bullismo
• vivere degli episodi di mobbing sul lavoro.
Sebbene un rapporto conflittuale con il cibo non indichi in modo inconfutabile l’insorgere di un disturbo del comportamento alimentare, la sua presenza è il segnale di una difficoltà della persona nelle relazioni affettivamente significative. Di solito, nella vita di un adolescente il conflitto con il cibo esprime il dissidio interno tra la dipendenza dai genitori e il desiderio di autonomia.
Nei comportamenti anoressici l’obiettivo da raggiungere è la magrezza estrema. L’anoressia è vissuta sia come aspirazione alla perfezione, sia come atto di ribellione. Infatti, se la persona riesce a controllare il bisogno di mangiare, sarà capace di reprimere qualsiasi altra emozione verso l’esterno. Malgrado le cause di una posizione così intransigente siano diverse, tutte inducono a manifestare un solo sentimento: l’ostilità.
Cheese: un esempio di anoressia e dispercezione corporea
Il graphic novel di Giulia Spagnuolo è un vero e proprio racconto di formazione, in parte anche autobiografico. In un’intervista rilasciata a Rai Cultura l’autrice confida di aver sofferto di disturbi alimentari per un certo periodo della sua vita. Nel suo fumetto la partecipazione alla Cheese rolling di Brentonico (manifestazione in cui si insegue un ‘formaggio rotolante’ lungo un pendio) sarà l’occasione per dare un nome alle proprie paure ed emozioni. Farle esistere, trovare il coraggio di pronunciarle ad alta voce darà ai protagonisti lo slancio per uscire dall’isolamento e dalla confusione in cui erano impantanati.
Cos’è la dispercezione corporea?
È il disturbo dell’immagine corporea. La persona ha una percezione sbagliata del proprio corpo: benché sia sottopeso e tutti le facciano notare la sua magrezza, la persona non riesce né a capirlo, né a desiderare un corpo che non sia proprio quello. Sebbene sia evidente, è bene sottolineare come la dispercezione corporea sia in molti casi il primo segnale d’allarme sull’insorgere di un disturbo del comportamento alimentare. Infatti, la persona che ne soffre considererà le proprie porzioni di cibo eccessive rispetto al suo reale fabbisogno; misurerà la quantità e le calorie prima e dopo ogni pasto; farà la spola tra un nutrizionista e un personal trainer.
Cosa fa lo psicologo alimentare
Pensare di curare un disturbo alimentare solo attraverso delle diete mirate è inutile e dannoso. Inutile, perché la dieta è uno strumento rigido, costrittivo, inadatto a scardinare una rigidità psicologica e comportamentale; dannoso, perché la persona non farà altro che aggiungere regole ad altre regole, quando invece dovrebbe imparare a lasciarsi andare, ad accettarsi. Quando arriviamo ad avere dei problemi con la nostra immagine e con il cibo, è probabile che stiamo manifestando una sofferenza nel sostenere la pressione dell’ambiente in cui viviamo.
Se ci rivediamo in alcuni dei comportamenti descritti finora, rivolgiamoci ad uno psicologo per affrontare la nostra sofferenza. Durante il percorso terapeutico, lo psicologo ci accompagnerà nell’affrontare le nostre sofferenze dal punto di vista percettivo, cognitivo ed emotivo.