Che cos’è la sindrome di Gerusalemme

Un disturbo psicotico è un una forma di distacco dalla realtà circostante. Chi ne soffre perde la cognizione di sé, cade in uno stato di agitazione che dall’ansia può condurre ad azioni bizzarre o violente. La sindrome di Gerusalemme designa un impulso improvviso di fede, come se ci fosse una chiamata dall’alto, che spinge le persone a compiere delle azioni psicotiche, non dappertutto, ma solo nei pressi della Città Santa. Cosa c’è di scientifico e quanto influenza il quadro clinico delle persone colpite da questa sindrome?
L’osservazione delle psicosi nei luoghi sacri
Sul finire dello scorso millennio, un gruppo multidisciplinare di medicina e scienze sociali si soffermò sull’osservazione dei comportamenti anomali di alcuni turisti in Israele. La descrizione fenomenologica non divenne uno studio di ricerca compiuto, ma portò in evidenza delle caratteristiche rinvenibili anche in altre psicosi. I tratti comportamentali furono esaminati nel Centro di salute mentale Kfer Shaul di Gerusalemme da Yair Bar-El, Rimona Durst, Gregory Katz, Josef Zislin, Ziva Strauss e Haim Y. Knobler. Il metodo e le conclusioni a cui giunsero furono pubblicati nel primo numero del 2000 del British Journal of Psychiatry, per poi essere riproposti qualche anno fa dalla Cambridge University Press.
Israele: milioni di turisti, tre tipi di paziente
Le osservazioni condotte a Gerusalemme dal 1980 al 1993 rilevarono 1200 casi di turisti in preda a uno scompenso psicotico indotto dai luoghi sacri. Per 470 persone fu necessario il ricovero ospedaliero presso il Centro Kfer Shaul. La sindrome fu attribuita all’estasi religiosa provocata dai luoghi di culto; e fu suddivisa in 3 tipologie:
1. Anamnesi con disturbi psichici connessa alle idee religiose
La persona soffre di un disturbo mentale e si identifica con un personaggio religioso o con un’idea; si mette in viaggio alla ricerca di una missione da compiere, della purificazione o di una vendetta. Vediamo dei casi di studio:
• Sansone. Un turista con schizofrenia paranoide si recò in Israele convinto di essere la reincarnazione di Sansone. Giunto al cospetto del Muro del Pianto cercò di spostare delle rocce che a suo parere non erano disposte in modo corretto.
• Gog e Magog. Una persona protestante si convinse di avere una missione da compiere: distruggere dei luoghi sacri islamici per restituirli agli ebrei; iniziare una guerra di Gog e Magog per far rivelare l’Anticristo e far sì che Cristo si manifestasse.
• Taumaturgia. Le persone attribuiscono ai luoghi sacri il potere di guarire dalla malattia. Pare che fu il misticismo religioso, associato a un’ossessiva ricerca di purificazione, a colpire lo scrittore russo Nikolaj Vasil´evič Gogol’, che proprio nel 1848 si recò in Palestina.
• Bipolarismo. Un turista affetto da un disturbo affettivo bipolare si recò spesso a Gerusalemme per vendicare le presunte violenze subite dalla figlia. In realtà l’uomo soffriva di pensieri patologici distorti, un complesso di Edipo invertito che esternava durante le fasi maniacali.
2. Ossessioni non riconducibili ai disturbi mentali
La persona è ossessionata da un’idea ma non soffre di nessuna malattia mentale. Rientrano in questa tipologia sia i viaggiatori solitari sia i gruppi organizzati. Vediamo due esempi:
• Un turista europeo dedito allo studio delle religioni e dei flussi migratori si convinse che l’unica religione autentica fosse il cristianesimo primitivo, di conseguenza si investì del compito di predicarla.
• Alcuni gruppi di cristiani e di ebrei si riunivano per fini diversi. I cristiani avrebbero voluto far risorgere i morti; gli ebrei riportare in vita la giovenca rossa descritta nell’Antico Testamento.
3. La forma pura della sindrome di Gerusalemme: 7 fasi cliniche
Durante il soggiorno in Israele la persona vive l’evento psicotico in modo sporadico. Sebbene non voglia distogliersi dalla propria missione, non perde la cognizione di chi sia nel mondo reale e non commette azioni pericolose. Nell’arco di una settimana ha un recupero spontaneo ed è in grado di tornare alla vita di prima. Rientrano in questa tipologia le persone che non hanno una malattia psichiatrica nella propria storia familiare; non vivono particolari condizioni di stress relazionale o sul lavoro; non fanno uso di droghe. Questa è considerata la forma più pura della sindrome di Gerusalemme, e i ricercatori ne hanno delineato 7 fasi cliniche:
1. ansia, agitazione, nervosismo;
2. partire in solitaria verso Gerusalemme;
3. ossessione per l’igiene e la pulizia;
4. indossare un abito simile a una toga;
5. recitare, gridare o cantare dei versi religiosi;
6. fare una processione verso i luoghi sacri di Gerusalemme;
7. portare un appello moralistico, simile a un sermone, nel luogo sacro prescelto.
Le osservazioni condotte nel Centro di salute mentale Kfer Shaul terminarono nel 1993 e non furono corroborate da ulteriori ricerche. Tuttavia, nei risultati di quell’esperienza sul campo emerse come su 42 casi di forme pure di sindrome di Gerusalemme, ben 40 provenissero da protestanti appartenenti a famiglie ultrareligiose. All’interno di questo campione i testi religiosi venivano consultati come fonte per le risposte ai problemi esistenziali. Quindi, sembra che la sindrome potesse nascere dall’immagine idealizzata che le persone avevano della Città Santa, e dal proprio senso di inadeguatezza nell’affrontare la realtà contemporanea con degli strumenti culturali troppo ortodossi. Sia chiaro che queste non sono altro che delle supposizioni, dal momento che mancano delle ricerche scientifiche condotte attraverso i gruppi sperimentali e i gruppi di controllo.
La psicoterapia nella fase di recupero
Le persone che hanno sofferto la forma più lieve della sindrome di Gerusalemme non ebbero bisogno di un intervento medico. Durante la fase di recupero i pazienti ricordavano anche i dettagli di quanto avevano vissuto, benché ne provassero vergogna e questo li rendesse reticenti a raccontarsi. Se stai affrontando un periodo difficile della tua vita, prima di metterti in viaggio alla ricerca di una soluzione calata dall’alto, chiedi la consulenza di uno psicologo. La psicoterapia ti condurrà all’esplorazione di chi sei e alle cause del tuo senso di inadeguatezza