Barbonismo domestico: l’emarginazione invisibile

A volte le parole tecniche, utilizzate per definire in modo clinico alcuni problemi, finiscono per fare sembrare alcuni drammi quotidiani come cose lontane e difficili da capire.
Questo può accadere con il cosiddetto “barbonismo domestico”: una parola che non sembra dire molto ai più, ma che invece definisce un problema sempre più comune dei nostri tempi e molto vicino a ognuno di noi.
Anzi, spesso viviamo proprio fianco a fianco con casi di barbonismo domestico senza saperlo.
Barbonismo domestico: di cosa si tratta?
Il barbonismo domestico è una forma di isolamento sociale che rende alcune persone “invisibili” pur se vivono in condizioni di disagio materiale, fisico e psichico. Come i clochard “di strada” che sono considerati invisibili e ai margini della società, i barboni domestici sono resi ancora più invisibili dall’avere una casa in cui vivere, che nasconde ancora più efficacemente la loro esistenza al mondo.
Quali sono le cause
Il barbonismo domestico ha diverse cause: come la maggioranza dei senzatetto, che vive in strada perché si trova in condizioni di povertà estrema o perché affetta da sindromi psichiatriche, anche il barbonismo domestico ha cause analoghe. I casi di barbonismo volontario sono, in realtà, piuttosto rari.
Stabilire quanto può essere “volontario” l’isolamento sociale di una persona è difficile: alcuni disturbi sono talmente gravi da rendere molto difficile la valutazione. Una delle cause del barbonismo domestico è la cosiddetta sindrome di Diogene. A differenza del filosofo greco Diogene, che aveva scelto una vita povera dopo una acuta riflessione filosofica, i moderni Diogene si recludono nelle mura domestiche per una totale disattenzione alle proprie necessità basilari, come la salute o l’igiene.
Un’altra patologia che colpisce spesso gli isolati in casa è la disposofobia o disturbo da accumulo: le persone vivono in casa circondati da oggetti di cui non riescono a disfarsi, accumulandone sempre di più. A volte, invece che oggetti, possono essere anche animali domestici (tipico il caso di alcune “gattare”), rendendo ancora più precarie le proprie condizioni igieniche e di salute.
Cosa si fa in questi casi?
Non sono inusuali nelle cronache casi in cui le autorità devono intervenire dopo le lamentele e denunce dei vicini che si trovano a vivere fianco a fianco con persone che vivono in case-discariche, con notevoli problemi igienici ma anche di sicurezza (i cumuli di oggetti associati alla totale noncuranza per la manutenzione possono causare problemi seri come incendi ad esempio).
Nei casi in cui il barbonismo domestico è causato o aggravato da una sindrome psichica, la persona afflitta non è pienamente consapevole della sua situazione e va aiutata piuttosto che ostracizzata.
Isolare ancora di più le persone non è certo una scelta saggia.
Se ci si accorge che un vicino, anche se si tratta di un estraneo, mostra segni di isolamento che possono sfociare in casi di barbonismo domestico, ci si può rivolgere sia ai servizi sociali sia ad enti di volontariato come la Caritas. Diverso il caso in cui si tratta di un parente o amico: allora bisogna usare la propria vicinanza per avviare un percorso di riabilitazione psicologica il prima possibile.