Alcolismo: cause e soluzioni con l’aiuto dello psicologo

Dipendenza da alcol. Una delle principali cause di incidenti stradali, violenze e maltrattamenti. Una vera e propria patologia che porta la persona che ne è affetta ad un annebbiamento rilevante della cognizione del tempo e, soprattutto, delle proprie azioni.
L’eccesso nel consumo di bevande alcoliche colpisce indistintamente ogni fascia d’età, dall’adolescenza all’età adulta, fino alla terza età. Oggi scopriamo insieme cosa porta un uomo o una donna ad essere dipendente dall’alcool e come provare ad uscirne.
“Bevo per dimenticare un mio insuccesso a scuola, a lavoro o con le ragazze”
- Ho preso un brutto voto a scuola, bevo così non ci penso più.
- La mia ragazza mi ha lasciato. Ho perso il lavoro.
- Affogo i miei dispiaceri nell’alcool.
Questo tipo di ragionamento è tipico di persone molto insicure, con una personalità fragile e una scarsa solidità psicologica, che utilizzano l’alcool come consolazione e come sedativo per i propri insuccessi.
Bevendo credono di sfuggire alle proprie responsabilità, creando una sorta di bolla personale inaccessibile al resto del mondo.
La fine di una relazione amorosa è una delle cause più rilevanti dell’abuso di sostanze alcoliche, ma anche lo stress lavorativo così come l’incapacità di affermare, con se stessi e con gli altri, i propri bisogni e desideri.
L’alcolismo deriva da una predisposizione genetica?
Spesso alla domanda: “perché hai iniziato a bere?” si risponde con l’affermazione: “anche i miei genitori erano alcolisti, non posso farci niente”.
Ma è effettivamente vero?
Studi condotti su figli di alcolisti hanno effettivamente mostrato che le probabilità di sviluppare una dipendenza in queste persone è maggiore del 30% rispetto alla popolazione generale. Studi più approfonditi hanno preso in considerazione figli di alcolisti adottati da altre famiglie. Anche queste persone, non direttamente a contatto con genitori alcolisti durante la crescita, hanno comunque mostrato maggiori probabilità di sviluppare alcolismo. Esiste quindi una predisposizione genetica allo sviluppo di una dipendenza da alcol.
La predisposizione genetica non significa che chi ha avuto genitori alcolisti svilupperà automaticamente una dipendenza da alcol.
Piuttosto vi è una probabilità consistente che una vita insoddisfacente, accadimenti particolarmente spiacevoli o traumi possano portare il figlio di un alcolista a sviluppare una modalità analoga di fronteggiare il fallimento.
Gli adolescenti e il bisogno di “essere fighi”
“Bere, fumare e drogarsi rende fighi”.
Questa “massima” è particolarmente diffusa tra gli adolescenti che, psicologicamente e fisiologicamente, vivono la fragilità della loro più grande sfida: sentirsi e “fare” i grandi pur essendo di fatto ancora incapaci di prendersi le responsabilità degli adulti.
Molti bevono soprattutto perché hanno difficoltà nel relazionarsi fra loro, per sentirsi già cresciuti e per assumere un ruolo importante (es.: da leader) in un gruppo.
Si beve per essere spavaldi, con le ragazze o con i ragazzi, con gli amici o con le amiche. Il problema è che una volta che l’effetto passa si torna esattamente al punto di partenza: al proprio carattere, alla timidezza e all’insicurezza. L’alcool fa sembrare ciò che non si è.
Chi non beve, invece, è facilmente considerato come un “diverso”, non alla moda e che non trasgredisce le regole imposte dai genitori. È possibile che sia messo ai margini e considerato uno “sfigato”. Ve detto che non tutti i gruppi amicali si reggono su queste dinamiche fortunatamente.
Uscire dal tunnel dell’alcolismo
L’alcolismo si può indubbiamente curare, ma non è semplice farlo. Ci vuole costanza, dedizione e sufficiente motivazione. Farlo da soli non è per niente facile. E’ in genere necessario appoggiarsi ad equipe terapeutiche multidisciplinari, con specialisti che possano fornire strumenti e conoscenze per uscire dal problema. La cura dell’alcolismo è finalizzata da un lato a combattere l’intossicazione e le manifestazioni acute dell’astinenza, dall’altro a mantenere lo stato di sobrietà e ad evitare le ricadute.
Il ruolo dello psicologo per chi ha problemi di alcolismo
La consulenza psicologica è un passo fondamentale della riabilitazione. Insieme alla cura farmacologica, spesso necessaria, deve iniziare un percorso terapeutico (che può essere individuale o collettivo) per ridurre al minimo le possibilità di ricadere nella dipendenza.
Il processo terapeutico mira a stimolare lo sviluppo della capacità di riflettere sui propri vissuti e sul proprio comportamento e, attraverso diverse fasi, a ridimensionare e gestire i tratti di dipendenza, immaturità ed impulsività.
Non di rado i comportamenti di dipendenza sono associati a disturbi di tipo ansioso e depressivo.
Il percorso psicologico per chi vuole uscire dall’alcolismo è sicuramente impegnativo e complesso e per questo è necessaria molta determinazione da parte chi vuole intraprenderlo oltre ad un grande incoraggiamento e appoggio da parte della famiglia e degli amici.
La terapia psicologica, se seguita correttamente e con costanza, aiuta notevolmente a ristabilire la normalità delle pratiche quotidiane e dell’accettazione del sé.