Adolescenza e disturbi alimentari: corpo, cibo e patologia

Durante l’adolescenza, nel periodo di transizione in cui si forma la personalità del futuro adulto, si è molto suscettibili alla pressione sociale ed a come l’immagine esteriore viene percepita.
Gli adulti dimenticano o non ricordano che i giovani e gli adolescenti vivono il mondo come un turbinio di emozioni che corre a grande velocità. Ogni azione, ogni frase, ogni comportamento può generare risposte emotive che scatenano comportamenti difficilmente governabili e le cui cause appaiono oscure al ragazzo stesso.
Le caratteristiche dell’adolescente lo rendono dunque particolarmente sensibile e, in presenza di particolari condizioni, facilitano lo sviluppo di problematiche legate al cibo e all’immagine corporea.
Quali sono le cause dei disturbi alimentari nei giovani?
Le cause possono essere molteplici: il disturbo alimentare può essere un modo per esprimere un disagio causato da rapporti familiari tesi oppure da eventi traumatici o, anche, dalla pressione sociale dei propri coetanei (ad esempio come conseguenza di episodi di bullismo). In ogni caso, i disturbi del comportamento alimentare esprimono difficoltà della persona nelle relazioni affettivamente significative. Può essere del tutto improprio (e può causare gravi danni) cercare di curare questo tipo di problemi soltanto attraverso le diete o il ricorso al nutrizionista. Questo anche perché è controproducente trattare una rigidità psicologica e comportamentale introducendo un ulteriore elemento di rigidità e di sacrificio, come spesso è una dieta.
La presenza di problematiche con il cibo in adolescenza non significa automaticamente che sia presente un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare. In altre parole, il comportamento con il cibo potrebbe rappresentare soprattutto la via per esprimere sintomatologicamente una difficoltà nel vivere il conflitto psicologico più importante dell’adolescenza: quello tra il bisogno di dipendenza e il desiderio di autonomia.
I comportamenti anoressici esprimono in genere un valore estremo attribuito alla magrezza, che può derivare dal fatto di essere effettivamente in sovrappeso e sentirsi sgradevoli e dalla paura di peggiorare in futuro. Il disturbo ha una grande prevalenza tra le ragazze, ma è da molto tempo in crescita anche tra i ragazzi.
L’anoressia esprime un desiderio di perfezione o di indipendenza totale dall’esterno (controllare la necessità di cibo), ed è possibile che si manifesti in persone che durante l’infanzia si siano sentite abbandonate, magari per una semplice difficoltà nel manifestare i propri bisogni o perché effettivamente alcune dinamiche familiari hanno provocato una sensazione di distacco o di vera e propria ostilità emotiva. Per questo il comportamento anoressico diventa un modo di ribellarsi e di stabilire in qualche modo la propria autonomia ed indipendenza in modo da evitare di sentirsi feriti.
I comportamenti bulimici, al contrario, incarnano una spinta irrefrenabile e ossessiva verso il cibo, accompagnata da forme di ansietà aggravate da voglie e desideri mai soddisfatti che travolgono un controllo spesso esercitato ossessivamente. Se l’anoressico esercita il suo rigido controllo sul cibo per sopire emozioni inespresse, il bulimico invece fa l’opposto. Scarica sul cibo un bisogno di attenzione ed affetto, effettuando una richiesta di aiuto che non può essere ascoltata.
Una versione “maschile” dell’anoressia è invece la bigoressia, cioè il desiderio esasperato di sviluppare masse muscolari voluminose ed armoniose. La bigoressia può avere cause del tutto simili a quelle dell’anoressia (desiderio di controllo e perfezione, pressioni esterne, etc.). La bigoressia porta il ragazzo a impiegare molte ore in allenamenti intensi e spesso massacranti, trascurando quasi tutto il resto. È anche sviluppata una forte ossessione per il giusto apporto di nutrienti ogni giorno ed è frequente l’abuso di integratori. Sebbene possa sembrare una versione più salutista e meno pericolosa, la bigoressia provoca una notevole sofferenza psicologica. I risultati raggiunti, infatti, non sono mai abbastanza ( ci si vede sempre troppo magri o troppo poco muscolosi) e non mancano i casi di conseguenze gravi causate dall’assunzione di sostanze pericolose come gli ormoni anabolizzanti.
Quali sono le soluzioni?
Sia i comportamenti anoressici che quelli bulimici sono incompatibili con la vita. Infatti, possono portare a conseguenze gravissime sulla salute e non sono affatto rari i casi di decessi in giovane età proprio a causa dei disturbi del comportamento alimentare. Per questo motivo, ai primi campanelli di allarme, è necessario rivolgersi ad uno specialista.
La psicoterapia è indispensabile per esplorare le cause del disagio interiore che hanno scatenato il disturbo e per ricostruire con il paziente le ragioni dei suoi comportamenti disfunzionali imparando a gestirli.
Purtroppo, dal momento che i disturbi alimentari hanno un impatto molto forte sulla salute, in alcuni casi di disagio avanzato possono essere necessari sia il ricovero in ospedale sia trattamenti intensivi in centri specializzati, proprio perché lo stato di salute diventa estremamente precario. Quando avviene, il decesso è causato da scompensi cardiovascolari.
Data l’estrema gravità di questo tipo di disturbi, è importante che i genitori non sottovalutino i segnali di allarme e si rivolgano ad uno specialista che possa seguire l’adolescente nel corso dello sviluppo. Può essere inoltre necessario che il disturbo sia trattato attraverso la psicoterapia dell’intero gruppo familiare e non solo del ragazzo. Rendersi disponibili ad un percorso che coinvolga l’intero nucleo può contribuire a ristabilire il benessere e a salvare la ragazza o il ragazzo da conseguenze anche molto gravi.